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L‘artista ha un approccio tecnologico all‘arte, un rapporto che rispecchia la condizione sensibile delle masse, che racconta le solitudini retrostanti le possibilità di comunicazione su opere che nascono a 4 mani con il pc.
Il suo personaggio ibrido che percorre città reali e luoghi codificati come spazio è un bambino/alieno alle condizioni fisiche, alle dimensioni conosciute; spesso ha attitudini di fuga, forse verso quella dimensione (mai definita) dove vivono le emozioni, una casa dove tutti abitiamo senza saperlo, senza vederla.
Il Suo Mondo trasparente si dissolve tra gli enigmi di un Codice lasciato tatuato nella cultura di questo nuovo millennio che vuole superare la comprensione dell‘esistenza e subentrare nelle sfere più profonde la conoscenza invisibile. |
Mostre più recenti: |
2012 - Personale “Pics&chip”, Banca Sistema, Milano. |
2011 - Fiera d‘arte “ArteGenova 2011”, Galleria Rinascimento Cont., Fiera di Genova. - Personale “Il codice dell‘essere”, Galleria Misael, Vicenza. |
2010 - Personale “Porta-Mi”, Galleria Famiglia Margini, Milano.-
Collettiva “Human Rights?”, Opera Campana dei Caduti, Rovereto. |
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L‘opera |
Due immagini evocative che si sovrappongono ed amplificano il messaggio. L‘innocenza e la vitalità di un bambino che apre le braccia come se stesse per prendere il truck. L‘elemento brandizzato diventa così il giocattolo del bimbo che ne fa un oggetto del proprio mondo e della propria vita. L‘immagine del bambino si sovrappone a quella degli elefanti, i giganti buoni che attraversano la strada mentre il traffico intorno continua a procedere. Nello sfondo la maestosità degli elefanti, una metafora che richiama nell‘immediato l'idea del gigante buono; si integra tra automobili che procedono sulla strada senza preoccupazione o incertezza.
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